Toglieteci oggi il nostro pane quotidiano
IL PARCO DELLE BUFALE – Questa rubrica aveva elogiato l’esperimento in fisica quantistica del teletrasporto di biofotoni, compiuto da Patrizio Tressoldi dell’Università di Padova, ma aveva sorvolato su un capolavoro in gastroenterologia psichiatrica dei suoi colleghi Paola Bressan e Peter Kramer. Per una rivista di Frontiers, l’editore ammirato di frequente per l’alta qualità delle pubblicazioni, hanno scritto una rassegna di ampio respiro storico-clinico Il pane e altri agenti commestibili della malattia mentale basata principalmente su una ricerca di Fasano e colleghi riguardante l’intestino di conigli, alcuni ipotesi smentite, il resoconto di singoli casi, un po’ di credenze religiose (un’abitudine degli autori) e un video su You Tube. Da specialisti della percezione visiva, sono consapevoli della tragica indifferenza della propria disciplina verso il cibo e di esplorare un campo di ricerca totalmente nuovo [nota 1]: Forse perché gastroenterologia, immunologia, tossicologia, nutrizione e scienze agrarie esulano dalla loro competenza e responsabilità, psicologi e psichiatri sono tipicamente incapaci di valutare l’impatto che il cibo può avere sulla condizione dei loro pazienti. Qui tentiamo di correggere questa situazione esaminando in un inglese semplice e non tecnico come i cereali – la più abbondante fonte di cibo che ci sia al mondo – possono incidere sul comportamento e sulla salute mentale umana. Non incidono le sostanze psicotrope, come gli alcaloidi, contenute [...]