RICERCA – Le vie che portano all’amore sembrano non essere infinite. È quello che emerge da uno studio condotto da un team di neuroscienziati della Emory University e pubblicato sulla rivista Nature, grazie al quale è stato scoperto un collegamento chiave tra due aree del cervello coinvolte nella formazione dei legami di coppia. Se può essere facile per gli esseri umani riconoscere le sensazioni associate alla vista del partner, non lo è altrettanto descrivere e conoscere quei meccanismi cerebrali che portano a tali sensazioni. “Il modello animale utilizzato, cioè le femmine di arvicole delle praterie (Microtus ochrogaster), ha avuto un ruolo cruciale” racconta Elisabeth Amadei, co-autrice della ricerca “perché studiare le interazioni cerebrali che stimolano l’accoppiamento negli esseri umani è molto complicato”. In particolare, questi roditori sono monogami e tendono a mantenere per tutta la vita il legame con il loro partner. Studiandone i comportamenti e analizzando l’attivazione cerebrale, la ricerca ha dimostrato che la connessione fra due aree del cervello appartenenti al sistema cerebrale di ricompensa, la corteccia prefrontale e il nucleo accumbens, si attiva durante la formazione dei legami di coppia. Inoltre, per capire se la comunicazione tra la corteccia prefrontale e il nucleo accumbens, oltre a manifestarsi durante l’accoppiamento, ne fosse [...]