Durante i primi anni di scuola il bambino deve possedere numerose caratteristiche che lo predispongano ad un adeguato apprendimento delle nozioni che gli vengono insegnate. Affinché un bambino possa velocemente imparare a leggere e scrivere, uno dei requisiti più importanti è senza dubbio quello di possedere una buona percezione visiva. La percezione visiva è la funzione mediante la quale utilizziamo i nostri organi sensoriali visivi, gl’ occhi, per aquisire le informazioni dall’ambiente ed attribuire loro una collocazione spaziale ed un significato. Compito del cervello è quello di elaborare ed organizzare tali informazioni unitamente a tutte le altre informazioni sensoriali. Uno dei requisiti visivi che spesso ci si aspetta da un bambino è quello di riuscire a leggere correttamente le lettere equivalenti a 10/10, che convenzionalmente vengono definiti come “acuità visiva normale”. Distinguere i 10/10 con gli occhi è come riuscire a percepire suoni molto lievi con le orecchie, o apprezzare con il naso sfumature di profumi, o distinguere con la lingua piccole variazioni nel sapore degli alimenti. In definitiva, si tratta di abilità discriminative facilmente quantificabili ed estremamente importanti per moltissimi aspetti della vita. Non bisogna però credere che distinguere i 10/1 O sia sufficiente per avere una “buona vista”, fenomeno invece molto più complesso ed articolato che comprende una moltitudine di altre importantissime caratteristiche funzionali. Fra le tante abilità estremamente importanti per un bambino, così come per un adulto, meritano senza dubbio di esserne menzionate alcune. Una, per esempio, è il campo visivo, ovvero la misura quantitativa e qualitativa dell’ampiezza di spazio che viene percepita contemporaneamente dal nostro sistema visivo. Èevidente che distinguere i 10/ 10 maavere un campo visivo ridotto provoca non pochi poblemi sia nell’apprendimento che nella vita di tutti i giorni. Un esempio? Provate a restringervi il campo visivo facendovi un tubo con le mani e poi provate semplicemente a camminare per verificare quante difficoltà potete incontrare. È stato dimostrato che un campo visivo ridotto produce, in molte attività di studio e di lavoro, più difficoltà che un’acuità visiva ridotta. La coodinazione oculo-motoria, ovvero la capacità di muovere entrambi gli occhi in modo coordinato, spontaneo, efficiente esinergico in tutte le direzioni possibili. La lettura è un’attività che richiede, oltre ovviamente ad una buona discriminazione, anche una notevole capacità oculo-motoria per riuscire a muovere gli occhi in modo fluido e continuo attraverso le righe di testo. E stato dimostrato che la causa di molte difficoltà dei bambini delle scuole elementari a leggere in modo adeguato all’età dipende in modo significativo dalle abilità oculo-motorie che sono state sviluppate. La binocularità, ovvero la capacità di utilizzare entrambi gli occhi contemporaneamente producendo fenomeni percettivi evoluti come la fusione e la stereopsi, requisiti fondamentali per una la percezione delle distanze. Un drastico esempio di binocularità pressochè a o molto ridotta è lo strabismo. In realtà è stato dimostrato che, senza essere strabici, molti bambini mostrano comportamenti che lasciano intuire potenziali problemi per la binocularità o che involontariamente utilizzano i due occhi in modo non equo. L’accomodazione, ovvero la capacità di variare la messa a fuoco degli occhi in relazione alla distanza dell’oggetto che viene osservato, è un requisito fondamentale per una buona efficienza visiva. Contrariamente a quanto si faceva in passato, l’accomodazione non viene più espressa solo quantitativamente ma anche in termini di affaticamento, di flessibilità e di precisione, tutte caratteristiche qualitative che contribuiscono ad una visione efficiente, confortevole e organizzata. È stato dimostrato che molti bambini con vari sintomi durante la lettura e la scrittura (affaticamento, astenopie, emicranie) ~,ono dovuti ad un’accomodazione scarsa o non efficiente e che tali sintomi scompaiono quando l’accomodazione viene riportata a livelli adeguati. La coordinazione occhio-mano, è un altro requisito fondamentale per poter adeguatamente scrivere, disegnare, praticare attività sportive. La coordinazione occhio-mano è considerata come l’espressione motoria della percezione visiva ed è quindi un indice molto attendibile sull’organizzazione visiva del bambino. Oltre a quelle descritte, molte altre abilità visive caratterizzano la funzione visiva, come per esempio la percezione cromatica, la sensibilità al contrasto, la visualizzazione, la memoria visiva, ecc. “Vedere bene” non è quindi soltano un problema di riuscire a discriminare lettere di piccole dimensioni ma anche, e soprattutto, un insieme di abilità che, oltre ad essere efficienti, devono anche risultare adeguatamente coordinate fra loro. Un semplice esempio pratico. Leggere questo articolo e capire i significati non è solo vedere nitido le lettere che sono scritte ma riuscire a correlarle fra loro, comporre mentalmente le parole e quindi i concetti: fenomeno molto più ricco e complesso della semplice “messa a fuoco”. Le difficoltà e le inefficienze visive dei bambini sono molto spesso evidenziate anche da caratteristiche comportamentali, da distorsioni posturali (posizione instabile o errata del corpo), dall’abitudine a leggere o scrivere in posizioni scorrette, dalla tendenza a tenere la testa inclinata, ad avvicinarsi troppo alla televisione o ai libri. Tali sintomi, spesso ritenuti solo vizi, passano purtroppo facilmente inosservati. Le visite periodiche scolastiche dell’ultimo decennio hanno contribuito significativamente a prevenire i deficit visivi. Occorre sottolineare però che anche genitori ed insegnanti possono avere un ruolo determinante nel miglioramento dell’apprendimento scolastico riconoscendo per tempo eventuali manifestazioni di inefficienza visiva. Da anni, molti specialisti del settore oftalmico promuovono il concetto che prevenire è molto piu semplice ed efficace che curare. Aspetto saliente di questi concetti è che tutte le abilità visive più importanti e necessarie ad un adeguato ed efficiente apprendimento scolastico possono essere’valutate e quantificate, mettendo in luce eventuali carenze, senza dover ricorrere a procedure invasive esenza far uso di farmaci. La maggior parte delle abilità visive non sono innate, ma vengono apprese durante i primi anni di vita del bambino. Diagnosticarle in tempo significa poter prevenire molti problemi che altrimenti si manifestano ad una maggior età e, quando necessario, la rieducazione visiva permette di riportare il sistema visivo ad una efficienza visiva migliore con ovvia riduzione di sintomi e miglioramento nelle attività scolastiche.
Comune di Cervia – Aprile 1992
Vittorio Roncagli