Da molti anni l’industria delle lenti a contatto cerca di migliorare la tecnologia per la produzione di lenti a contatto multifocali per la compensazione diottrica delle ametropie visive e della presbiopia. Le lenti a contatto multifocali consistono di una zona ottica centrale con una curvatura asferica che prosegue verso la periferia della lente. Tale asfericità rappresenta una variazione di curvatura che, procedendo verso la zona ottica più periferica può produrre un aumento o una diminuzione del potere diottrico della lente, in relazione alle intenzioni del costruttore. È grazie alla geometria asferica che è possibile produrre una condizione simultanea di diversi fuochi coassiali che permettono la visione simultanea a diverse distanze. Il maggior vantaggio della geometria asferica è quello di permettere una maggior nitidezza per una vasta gamma di distanze, con una quasi totale eliminazione di quei fastidi visivi che erano invece provocati da geometrie di lenti prodotte in passato.
L’evoluzione tecnologica
I problemi costruttivi che sono stati affrontati nel corso degli anni per giungere alle moderne lenti a contatto multifocali sono stati molti e dovuti essenzialmente alla difficoltà di riuscire a produrre una lente a contatto con una zona ottica sufficientemente grande da poter ospitare sia la gradazione da lontano che quella da vicino limitando al massimo le aberrazioni ottiche indotte dalla presenza di variazioni diottriche entro uno spazio molto ristretto. Tale complessità nel costruire la superficie della lente in modo multifocale non deve peraltro inficiare gli importanti aspetti che giocano un ruolo fondamentale sia nella tollerabilità della lente che nella qualità visiva che essa è in grado di garantire, come per esempio: i parametri ottico-geometrici di diametro e curvatura, lo spessore centrale e periferico, le caratteristiche chimico-fisiche del materiale, l’idratazione, la trasmissibilità all’ossigeno, ecc. Uno dei fattori che ha maggiormente limitato la diffusione delle lenti a contatto bifocali e multifocali è attribuito alla riduzione di qualità visiva causata dalla superficie multifocale provocata dalla convivenza di diverse gradazioni diottriche nel ristretto spazio della zona ottica della lente (Alongi et allo l, 200 l). Clinicamente, una riduzione di qualità dell’acuità visiva sia nella visione per lontano che in quella prossimale, diminuzione della sensibilità al contrasto, fenomeni di distorsione. dell’immagine, aloni, ecc. Infine, aspetto sempre da tenere in considerazione, le lenti a contatto multifocali devono essere prodotte ad un costo accettabile per il pubblico e possibilmente. devono permettere una sostituzione facile e frequente al fine di garantire un’adeguata igiene ed una facile manutenzione. La geometria costruttiva della lente corneale multifocale sembra quindi giocare un ruolo decisivo nella qualità dell’immagine retinica, e conseguentemente nella qualit,à visiva che la lente è in grado di garantire, e proprio su questo aspetto si sono concentrate le ricerche dei costruttori per lo sviluppo di tecnologie costruttive sempre più sofisticate. Delle varie geometrie costruttive per le lenti a contatto bifocali e multifocali, quella con zone ottiche concentriche sembra fornire risultati migliori (Churkina et all. 2, 1991). Attualmente la maggior parte delle lenti a contatto bifocali e multifocali sono costruite con la zona ottica per lontano e quella per vicino concentriche fra loro. In alcuni modelli di lenti la zona ottica per lontano è posizionata centralmente rispetto a quello per vicino) in alcuni altri modelli è l’opposto. Utilizzando modelli di calcolo ottico-matematici è stato riscontrato che in entrambi i casi l’aumento di differenza diottrica fra le due zone ottiche produce gradualmente una diminuzione della qualità ottica dell’immagine prodotta dalla lente e che gli spostamenti della lente sulla cornea rispetto al centro pupillare hanno effetti diversi in relazione al fatto che il disegno della lente abbia il centro corretto per vicino o per lontano. Il confronto fra diverse lenti a contatto multifocali produsse come risultato che la performance visiva era migliore quando la correzione ottica per la visione prossimale è inserita nella zona ottica centrale della lente (Chateau, Baude3, 1997).
Non sempre producono una visione ottimale
I problemi visivi che sono stati riscontrati più di frequente con lenti a contatto multifocali rispetto agli occhiali sono: la riduzione di acuità visiva per lontano, la riduzione di stereoacuità sia per lontano che per vicino, difficoltà nella visione durante la guida notturna, aloni e abbagliamenti. ché tutti gli aspetti sopra menzionati risultavano ridotti con l’uso delle lenti multifocali rispetto agli occhiali (Cagnolati4, 1993). La riduzione di sensibilità al contrasto indotta dalle lenti a contatto multifocali rispetto agli occhiali è un parametro documentato già da tempo (Collins, Brown, Bowman5, 1989). Con le lenti disponibili al momento in cui furono fatte le prime ricerche, tale differenza non sembrava differire in modo significativo confrontando i vari tipi di lenti disponibili. Thttavia, oggi sappiamo che tali problemi dipendono significativamente dalla geometria costruttiva utilizzata per i vari tipi di lenti disponibili. Il successo della geometria costruttiva delle lenti a contatto multifocali dipende anche dal diametro pupillare del portatore. Le lenti risultano spesso decentrate rispetto all’asse pupillare, generalmente in direzione inferotemporale, comportando una visione non ottimale se la zona ottica centrale non è di dimensioni appropriate in relazione all’ asse pupillare (Chateau, De· . Brabander, Bouchard, Molenaar6, 1996). Questo può in buona parte giustificare il fatto che un tipo di lenti a contatto multifocali non si adatta a tutte le persone anche a parità di stato refrattivo e di geometria corneale. Recentemente si è assistito all’introduzione nel mercato di diversi modelli di lenti a contatto multifocali sia morbide idrofiliche che rigide gas-permeabili … (CONTINUA, VEDI ALLEGATO PDF)
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Vittorio Roncagli