È evidente che il 4 maggio non inizia la Fase 2, ma al massimo la Fase 1 e mezzo. Oppure, nel linguaggio dei sistemi operativi, la Fase 1.2. Un piccolo aggiornamento di quello che c’era prima. Come quando aggiorni il personal computer e un messaggio ti dice: “Bravo, con questa release hai eliminato qualche bug e leggermente migliorato le prestazioni”. In questo caso non del pc di casa ma del sistema Italia in pandemia. Perché questo ritardo? O questo errore collettivo nelle aspettative? Il 21 aprile, parlando alle Camere, il premier Conte aveva affermato che nella Fase 2 il governo avrebbe puntato al “rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti esistenti e di teleassistenza con l’utilizzo delle nuove tecnologie”. Parlava della app Immuni. In sostanza, aveva chiarito il premier, usando per la verità un linguaggio che si presta ad equivoci, “per tracciare chi ha già avuto il coronavirus si userà l’app Immuni”.

Source: La battaglia segreta sull’app Immuni che ritarda la Fase 2 – la Repubblica